QUANDO NON SUSSISTE LA BANCAROTTA FRAUDOLENTA
La circostanza che l’amministratore di una società fallita abbia accumulato debiti per scelte errate non è sufficiente da sola a dimostrare la sussistenza del delitto di bancarotta fraudolenta impropria da operazioni dolose, quando l’aumento del passivo è dovuto a una gestione rivelatasi ex post inadeguata per imprudenza o scarsa diligenza da quella in cui l’aggravamento del dissesto è derivato da una precisa consapevole strategia.
La giurisprudenza della Suprema Corte richiede la prova di un sistematico inadempimento delle obbligazioni fiscali e previdenziali, frutto di una consapevole scelta gestionale finalizzata a conseguire un anomalo strumento di autofinanziamento, nella previsione che l’aumento del debito determinerà un aggravio dell’esposizione e quindi del dissesto.
Corte di Cassazione nr. 22978/2024.